Via i sigilli dal terreno dove la
'veggente' Gisella Cardia radunava i fedeli della 'Madonna di
Trevignano': lo ha deciso la Procura di Civitavecchia che non ha
convalidato il sequestro disposto dal Comune in provincia di
Roma il 22 aprile scorso. I vigili di Trevignano dunque hanno
oggi rimosso i sigilli restituendo i beni all'avente diritto,
cioè Gianni Cardia, marito di Gisella.
Il pm, nel decreto di non convalida del sequestro, scrive che
"l'occupazione del terreno con i beni indicati non pare
integrare un reale mutamento della destinazione d'uso del
terreno" agricolo, come invece era stato ipotizzato dal Comune,
"atteso - scrive ancora il magistrato - che l'uso per finalità
cultuali non pare eccedere un uso realmente precario e neppure
eccedere un fine contingente e limitato nel tempo".
Il sequestro da parte del Comune di Trevignano avrebbe
impedito la prossima convocazione dei seguaci di Cardia, che si
vedono ogni 3 del mese. Il Comune aveva anche avviato le
procedure amministrative per il ripristino dello stato dei
luoghi notificando all'Associazione 'La Madonna di Trevignano
Romano Ets' la comunicazione di avvio del procedimento per
l'eventuale acquisizione al patrimonio del Comune.
La vicenda della Madonna di Trevignano era stata inoltre
apertamente sconfessata dalla Diocesi di Civita Castellana, che
aveva definito "non sovrannaturali" quei fatti. Le autorità
religiose aveva invitato i fedeli a non partecipare ai raduni di
Cardia.
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